Dopo le prime sei giornate, i ragazzi della Primavera contano 6 punti grazie alla vittoria interna col Pisa e quella in trasferta a Palermo con la firma di Sandu.
Sentiamo cosa pensa di questo primo scorcio di campionato il tecnico delle ferette, Sebastiano Siviglia.

Sei partite sono forse sufficienti per tracciare un mini-bilancio. È opportuno dire che l’unico vero passaggio a vuoto della stagione sia stato il k.o. casalingo – l’unico subito in casa-  patito contro il Crotone?

“Sì, diciamo di sì. Ogni partita è buona per mostrarci i nostri margini di crescita. Sicuramente quella contro il Crotone ci aspettavamo qualcosa in più perché loro sono alla nostra portata. È stata una partita strana: all’inizio abbiamo avuto molte chance per segnare senza però concretizzare, poi il rigore ha cambiato tutto. Dopo il pareggio, abbiamo commesso una leggerezza individuale che ci ha condannato. Ai ragazzi dico che anche tramite queste partite si impara, non soltanto con le vittoria, anzi.
Ad esempio contro la Lazio in Coppa Italia – sconfitta maturata ai supplementari n.d.i. – i ragazzi hanno dimostrato di avere quella qualità per competere anche con le migliori squadre d’Italia. Senza alcun dubbio. Quella è stata una partita fantastica, condita come capita da errori che poi ci hanno fatto perdere. Per me la base è l’atteggiamento: si può sbagliare tecnicamente o tatticamente, ma l’atteggiamento deve essere quello giusto, con la sana cattiveria e grinta da mettere in campo non solo la domenica ma ogni giorno della settimana. Contro la prima squadra d’Italia o contro l’ultima, l’atteggiamento deve essere il medesimo”.

Qual è la cosa che più ti piace di questo gruppo e quella dove invece pensi sia necessario dover lavorare maggiormente?

“Devono crescere come mentalità, devono imparare a togliersi di dosso l’aspetto ludico, quello del divertimento. Devono vedere l’impegno quotidiano come forma di crescita, non come qualche ora di divertimento coi compagni. Ci si deve divertire – come è normale a questa età – ma c’è anche da lavorare. L’aspetto che mi piace maggiormente, invece, è il coinvolgimento da parte di tutti: è un gruppo unito e coeso, aderente al progetto-Ternana”.

Pensi che a fine stagione qualcuno potrà essere pronto per passare nella prima squadra della Ternana?

“Questo ancora non lo so perché è troppo presto per lanciarsi in pronostici del genere. Abbiamo davanti a noi ancora 6/7 mesi di lavoro che con dei ragazzi di 17/18 anni sono tantissimi. In qualcuno già si intravede quella crescita costante che ti permette poi di poter ambire a diventare professionista”.

Molto spesso confermi la stessa formazione, con un’ossatura ben definita, giornata dopo giornata. Si intravede già una certa continuità, il che fa intendere che hai compreso in buona sostanza il reale valore della squadra. Quali sono, dunque, i verosimili obiettivi stagionali?

“L’obiettivo principale resta quello di far crescere questi ragazzi sotto tutti i punti di vista. La soddisfazione più grande sarebbe quella di portare 2-3 ragazzi in prima squadra come successo quest’anno con Tascone, Battista e Sernicola. Sogno di portarli tutti, ma sono consapevole che questo non è possibile”.

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