“Ero appena rientrato dagli Stati Uniti, ho ricevuto una chiamata alle undici di sera; era il direttore Larini che con entusiasmo mi ha prospettato la possibilità di venire ad allenare a Terni. La trattativa è stata veloce, non è stata una questione di soldi o di altro, semplicemente ho sentito che era la scelta giusta e sono pronto a iniziare. Ho solo chiesto di poter lavorare serenamente, sono certo che l’organico allestito sarà adatto alle nostre esigenze, quelle di una piazza calda e che ha fame di calcio”.

Christian Panucci è deciso e motivato: il neo allenatore delle Fere, con il suo staff di ottimi professionisti, è pronto per l’avventura in rossoverde….

“Sono convinto che ci sia una bella base solida dalla quale ripartire. Nella passata stagione, quando sedevo sulla panchina del Livorno, ho avuto modo di apprezzare la qualità della Ternana, e, ad esempio, dopo la vittoria nella gara di ritorno sono entrato nello spogliatoio ed ho fatto i complimenti ai ragazzi, dicendo loro che avevamo battuto una squadra forte, organizzata e di qualità”.

Mister parla di base importante dalla quale ripartire. Ha già in mente il modulo di partenza?

“Più che altro ho un punto di partenza: la difesa a 4. Poi se giocare con 2 o 3 mediani, con o senza trequartista, con gli esterni offensivi o meno dipenderà dalla squadra che sarà allestita e dalle caratteristiche dei giocatori. Bisognerà essere bravi ed elastici nella gestione di queste situazioni, e pronti, anche a gara in corso, a cambiare modulo per mettere in difficoltà l’avversario”.

Il suo Livorno, squadra giovane, era apprezzato anche per la qualità del gioco che esprimeva…

“E’ vero. Mi piace che le mie squadre giochino a calcio, evitando lanci lunghi. La palla nella metà campo avversaria dobbiamo portacela noi, con la qualità. Ai miei ragazzi chiederò sempre di fare un passo avanti, mai indietro; chiederò loro di avere coraggio. Chiaro che poi si deve partire da un presupposto imprescindibile…”.

Prego..

“Il massimo impegno, sempre, in ogni allenamento. Con me chi si allena male non gioca”.

Quanto influisce la sua esperienza di calciatore ad altissimi livelli sul suo modo di allenare?

“Molto. Avevo da calciatore ed ho mantenuto da allenatore la cultura del lavoro come esigenza prioritaria. La base da cui parte tutto e dalla quale nascono i risultati positivi”.

Cosa si porta dietro dalle sue esperienze in panchina?

“Da entrambe ho cercato di cogliere il meglio, senza farmi condizionare dagli aspetti più difficili. Tutto comunque aiuta nella crescita. I due anni e mezzo come vice di Fabio Capello con la nazionale russa sono stati fondamentali, l’esperienza di Livorno ha racchiuso elementi positivi e negativi, ma alla fine l’ho vissuta come un torto calcistico subìto, ed ho voglia di cancellarlo qua a Terni”.

Cosa la stimola maggiormente o la incuriosisce dell’esperienza che ha iniziato a vivere in Umbria?

“Sono stimolato e incuriosito dalla squadra dello scorso anno, come ti dicevo anche in precedenza mi piaceva vederla giocare, mi dava belle sensazioni. Naturalmente sono consapevole di essere venuto in un’altra piazza calda, ma ho piena fiducia nel direttore e nella Società che sarà fatto tutto il necessario per accendere e stimolare ancora di più i nostri tifosi e fare un bel campionato; magari superare i 53 punti in classifica della passata stagione”.

Come immagina, se la immagina, la sua carriera in panchina tra qualche anno?

“Non la immagino perché non amo fare progetti a lunga scadenza. Sono felice di essere qua, la Ternana ora per me, dopo mio figlio, è la cosa più importante. Adesso sotto col lavoro, sono certo che ci toglieremo soddisfazioni”.

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